domenica 12 febbraio 2012

VERSO UNA SOCIETA' DEL SINGOLO

Ormai è di moda, negli ultimi mesi, di affrontare in tutte le lingue possibili la crisi globale sotto l’aspetto del posto fisso, libertà di licenziare, di flessibilità in entrata, in uscita e altro ancora.
Ma è mai possibile che nessuno di questi professori, politici e sindacalisti della cerniera, non abbiano cresciuto almeno un figlio? O comprato un chilo di pane o un litro di latte? Perché se si vuole andare verso una società in cui come nucleo viene considerato il singolo, sempre più come una nave alla deriva e in balia dei mercati globali ai più sconosciuti, allora è la strada giusta da intraprendere.
Altrimenti non credo come nessuna banca al mondo possa concedere ad un precario, un mutuo per quattro mattoni in periferia e mettere su una famiglia in grado di essere l’ossatura portante di uno stato democratico.

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