venerdì 27 gennaio 2012

Lavoro e Famiglia (1)

Non si deve entrare nel merito delle necessità aziendali dettate dal mercato, ma i sacrifici oggettivi che esse comportano, diventano proponibili e accettabili se riescono a coadiuvarsi con le necessità sociali e familiari del lavoratore.
Il raggiungimento dell’ottimizzazione della produttività è sempre percorribile senza che questo provochi necessariamente disagi al lavoratore, inasprendo, inutilmente, le già labili relazioni sindacali.
L’approvazione dei turni che regoleranno l’area commerciale da parte della “triplice” (sembra di descrivere un mostro a tre teste delle leggende medievali) lascia perplessi e preoccupati la nostra organizzazione e i colleghi intervenuti nelle assemblee, per la quantità di turni inseriti nella matrice (da 15 iniziali si è passati a 10 come una conquista…) per coprire un arco orario di 12 ore, e per l’inserimento di 3 turni che vanno dalle 10 di mattina alle 19, inficiando notevolmente sulla vita sociale della persona.
L’abbattimento dei costi, l’innalzamento della produttività e la competitività sul mercato non può avvenire a prescindere dall’utilità sociale della famiglia.
E le organizzazioni sindacali facciano attenzione a non ergersi paladini dei diritti dei singoli senza porre attenzione, con lungimiranza, ai problemi nella loro globalità.
E’ anche vero che se la capacità decisionale di una organizzazione si misurasse non sulle tessere, al netto dei pensionati…, ma sulle idee e i voti di consenso in elezioni libere per la scelta di questo o di quello, atto a confrontarsi sul contratto della categoria, i processi e le relazioni industriali prenderebbero di sicuro una piega diversa.   

Nessun commento:

Posta un commento

Commenta